Dopo anni di lavoro a stretto contatto con gli artigiani fiorentini per la realizzazione di Casa G. Firenze, abbiamo pensato a un progetto che potesse estendere questa esperienza e condividerla con un pubblico più ampio. È nata così ART•ISAN, un’iniziativa collettiva dedicata a onorare l’esperienza di questi maestri artigiani promuovendo un dialogo aperto con esponenti di rilievo del mondo dell’arte e del design.
In seguito al successo dello scorso anno, siamo felici di presentare la seconda edizione di ART•ISAN, che vede l’esposizione delle opere dell’artista multidisciplinare Lorenzo Brinati e dei maestri marmisti Paolo e Francesca dell’Officina del Marmo. Le radici di Brinati sono state forgiate nelle storiche botteghe di San Frediano, dove ha dedicato oltre due decenni della sua vita alle meticolose pratiche di conservazione, restauro e allo studio della scultura e della pittura figurativa. È stato proprio attraverso un profondo confronto con la tradizione che ha scoperto il desiderio di superare i confini della rappresentazione figurativa. Traendo ispirazione dai suoi viaggi in barca a vela in Grecia e in Turchia, Brinati ha iniziato a dare forma a un linguaggio tutto suo, un linguaggio che incarna l’essenza di forme senza tempo e che rivela l’innata bellezza e purezza dei materiali naturali con cui lavora. Nelle stesse vie dove Brinati trascorse i suoi anni formativi, gli artigiani Paolo e Francesca portano avanti l’eredità dell’artigianato fiorentino con l’Officina del Marmo. Specializzati in mosaico, scagliola, commesso fiorentino e lavorazione ad arte di marmi e pietre dure, le loro competenze si estendono dai restauri alle decorazioni d’arte e ai mobili su misura. La collaborazione tra Lorenzo Brinati e l’Officina del Marmo non è solo un incontro tra scultore e maestri artigiani, ma un dialogo profondo tra due visioni della forma, della materia e del significato. Sin dall’antichità, il marmo è stato simbolo di bellezza ideale, e in questa edizione di ART•ISAN viene esplorato attraverso due approcci distinti, rivelandone il potenziale artistico infinito.
Per questo evento, Lorenzo Brinati presenta “Testa” , una scultura che incarna la sua continua fascinazione per l’essenza delle forme primordiali e per la purezza espressiva del marmo. L’opera, che evoca il fascino di un reperto antico, si distingue per il naso allungato e la parte superiore in marmo grezzo, non levigato, che richiama l’immagine di una corona. La scultura emana una presenza eterea, come sospesa nello spazio, evocando la grandezza dell’antichità classica. Con “Testa” , Brinati offre una riflessione sulla sua personale filosofia artistica, che mira a distillare l’essenza della natura e dell’esperienza umana in forme armoniose. Ispirato alla celebre affermazione di Brancusi, secondo cui “la semplicità è una complessità risolta” , l’estetica di Brinati si basa sulla sottrazione, semplificando ogni superficie alla sua essenza più pura per rivelare la bellezza intrinseca dell’oggetto. Il marmo scelto per “Testa“, un tipo di serpentino, è stato personalmente selezionato da Brinati sull’Isola d’Elba. L’artista ha spiegato che, quando cerca i materiali, lascia che le pietre gli “parlino”, suggerendo qualcosa di nascosto che attende di essere svelato. Attraverso questa connessione intima con la materia, Brinati cerca di “infondere lo spirito nella pietra” . Questo processo, secondo lui, obbliga l’artista a confrontarsi pienamente con se stesso, poiché nella scultura non c’è spazio per i dubbi, ma solo la certezza di far emergere ciò che è già insito nella pietra.
La suggestiva base in marmo degli artigiani, realizzata da un unico blocco di Rosa del Portogallo, funge da fondamento per la scultura “Testa“. Elevata dall’intricata tecnica del commesso fiorentino, originaria della Firenze del XIV secolo, la base integra pietre di Giallo Siena, V erde Guatemala e Napoleon Emperador. Questi marmi si intersecano in linee continue su tre lati dove il dinamico gioco di piani e prospettive aggiunge profondità e movimento, invitando l’osservatore a esplorare l’opera da ogni angolazione. Pur nelle sue dimensioni contenute, la base ha richiesto oltre 120 ore di lavoro scrupoloso, a causa della complessità del design e della tecnica decorativa. Partendo da schizzi dettagliati che definivano il disegno e il posizionamento preciso di ogni pietra intarsiata, il blocco di marmo è stato poi intagliato, scavato e rifinito a mano. Ogni pietra è stata selezionata per le sue venature uniche, modellata e levigata con cura per garantire un incastro perfetto. Una volta assemblato, l’intera superficie è stata lucidata per esaltare la bellezza naturale dei marmi. Francesca e Paolo descrivono il loro lavoro come “esperienza totalizzante che richiede sforzo mentale e fisico” in cui ogni fase del processo creativo richiede una precisione assoluta e non lascia spazio a errori. La base, in sé, è un’opera d’arte che trascende il ruolo di semplice supporto.
Ciò che unisce la statua di Brinati e la base degli artigiani è la ricerca comune di equilibrio, ritmo e atemporalità. La corsa alla perfezione, che lega il lavoro marmoreo di Paolo e Francesca alla visione artistica di Lorenzo Brinati, va oltre l’estetica, assumendo un valore etico. Questo sforzo verso il compimento è un atto di verità dove l’opera compiuta non è solo materia, ma rivelazione. Per gli artigiani, precisione tecnica e reinvenzione delle tradizioni riflettono un’etica del fare, dove la bellezza diventa veicolo di un ordine universale. La scultura di Lorenzo aspira a trascendere il tangibile, evocando una dimensione senza tempo. ART•ISAN diventa così una celebrazione della maestria, dove l’artigianato e l’arte si fondono per rivelare verità più profonde sulla materia e sullo spirito umano.